sábado, 16 de febrero de 2013

Avola




La cittadina di Avola ha saputo risorgere in maniera orgogliosa e caparbia dal nefasto terremoto del 1693 che la distrusse in buona parte ed oggi si presenta con una nuova struttura urbanistica basata su di un sistema a croce di strade incastonato all'interno di un esagono che va a delimitare il perimetro cittadino. Questa particolare struttura urbanistica rispecchia una tipica città rinascimentale, sebbene il progetto sia immediatamente successivo a tale grande terremoto.






La città offre la possibilità di ammirare e vivere un interessante patrimonio culturale e naturale, di una bellezza particolare.





È un comune a pianta esagonale di 31.620 abitanti della provincia di Siracusa che si
affaccia sulla costa ionica della Sicilia nel Golfo di Noto.








 
Avola, cittadina in provincia di Siracusa, sorge nella stretta pianura costiera che separa le pendici meridionali degli Iblei dalla costa ionica della Sicilia. Città operosa e fiorente nel settore agricolo, con colture di agrumeti, mandorleti e vigneti, ha unito il suo nome a prodotti agricoli di fama mondiale come la pregiata mandorla scelta o Pizzuta d’Avola e il vitigno denominato Nero d’Avola.

Avola è ricca di storia testimoniata dai moltissimi siti archeologici e da vari ritrovamenti di oggetti e monete antiche. Il sito del monte Aquilone, limitato da due profonde vallate e unito all’altipiano da uno stretto istmo, fu una fortezza naturale, abitato sin dai tempi più remoti dai Sicani e in seguito dai Siculi, qui possiamo ammirare decine di cavità di varie grandezze, scavate nella roccia, simili ai favi di un’arnia. Le grotte, scavate nel calcare, costituivano parte delle abitazioni e delle cisterne dell’antico borgo di Avola, distrutto dal terremoto del 1693, e sono ciò che rimane dopo la realizzazione della strada carrabile, verso la fine dell’800, che ha impedito così definitivamente una visione chiara e leggibile del sito medievale. Il territorio costiero di Avola è stato abitato dall’età neolitica; unica traccia e testimonianza sul litorale, in contrada Falari, è il Dolmen “Ciancio”, monumento preistorico formato da due grandi massi di supporto, ed una lastra di pietra per copertura. 





Nello stesso sito si trova una necropoli sicula, testimonianza della antica presenza dell’uomo,  con tombe a forno che ammiriamo lungo le pareti del Cozzo Tirone e del Ronchetto e il ritrovamento di due coppe della cultura di Thapsos. Sempre in contrada Ronchetto sono state ritrovate statuette fittili di argilla rossa dedicate alla dea Era, oggi al Museo Regionale “P. Orsi” di Siracusa, testimonianza della presenza romana nel sito.



Ricca di rilevanze paesaggistiche, antropologiche, idrogeologiche, archeologiche e speleologiche con le imponenti pareti calcaree a picco sul fondovalle, da un'altezza di 507 metri proprio nel tratto in cui il fiume raggiunge la massima profondità e la massima ampiezza di 1200 metri. Nella zona dei laghetti più ampi, il fiume forma una successione di limpide piscine naturali scavate nella roccia e contornate da massi appiattiti, ideali per una sosta al sole e dove si può fare il bagno nelle acque fresche e limpide dei laghetti e fra le cascate. A circa 1 km, in direzione Cava Grande, è ubicata una necropoli bizantina, costituita da una serie di grotte scavate nella nuda roccia e loculi di forma rettangolare di varie profondità e ampiezze, risalenti al V-VI secolo d.C..